Rane bollite

Ristampiamo qui l’editoriale del 23 giugno 2015 e relativi commenti:

Rane bollite

By afenice

 

“Noi non riconosciamo al concetto di debito pubblico la valenza di problema, non lo è. Riteniamo infatti che la ristrutturazione del nostro debito appartenga al territorio dell’Etica e non a quello della Finanza”.

Alexis Tsipras

Sembra che il governo greco abbia firmato una tregua con l’ FMI almeno fino all’autunno; entrambi i contendenti sperano che, nel frattempo, la situazione si evolva a proprio vantaggio.

Se smettessimo di fare le rane bollite (o i pesci in barile) avremmo anche noi, come cittadini, un nostro ruolo da giocare: purtroppo chi ci rappresenta non sta dalla nostra parte e l’Italia non è la Spagna, dove qualche timida voce di opposizione comincia a levarsi.

Se dobbiamo leggere l’umore degli italiani su FB, dobbiamo tristemente constatare che preferiscono, su qualsiasi argomento, le sterili polemichette tra i partiti di casa nostra ad una visione più ampia di carattere internazionale (per non parlare di quelli che postano esclusivamente foto di quello che mangiano, di dove sono in vacanza o dei loro gatti e cani).

Tutto si riconduce quindi al carattere degli italiani: individualismo, pressapochismo, opportunismo, litigiosità,  di cui hanno dato testimonianza tutti i nostri scrittori (citiamo a caso Guicciardini, Leopardi, Tommasi da Lampedusa, Curzio Malaparte, Carlo Lorenzini).

Nota: Il principio della rana bollita è stato espresso da Noam Chomsy e lo travate anche qui: https://it-it.facebook.com/notes/noam-chomsky-le-10-strategie-della-manipolazione-attraverso-i-mass-media/il-principio-della-rana-bollita/163378003676987

Tags: carattere, italiani

 

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8 Responses to “Rane bollite”

  1. afenice

    26 giugno 2015 alle 16:20 (Modifica)

    Ma il concetto che solo le menti più “eccelse” sanno cogliere è sempre il solito: aumentiamo la precarietà, abituiamoli al fatto che nulla più è certo!

    Una persona che non si sente più tutelata dalla legge, diventa più fragile: dopo, si può far passar di tutto, anche che il sindaco di Firenze – tanto per citarne una – diventi capo del governo senza essere mai stato eletto. Lo so che è costituzionale…il trucco c’è sempre…però quel che conta sono le “risposte” – direi quasi subliminali – che si ottengono dalla popolazione.
    Quando t’abituano a vivere in un ambiente d’incertezza – il treno non parte, l’autostrada è chiusa, la macchina per le ecografie s’è improvvisamente rotta, l’ufficio è stranamente chiuso per “emergenza”… – la gente non reagisce più incavolandosi, bensì con un sentimento a metà fra la depressione e lo sconforto. Ed è esattamente quello che vogliono: fare in modo che non ci sia partecipazione, opposizione, consapevolezza.

    Carlo Bertani
    estratto da : http://carlobertani.blogspot.com/2015/06/addestrare-alla-precarieta.html

    #1267

  1. afenice

    26 giugno 2015 alle 17:04 (Modifica)

    L’unica certezza che ho è che se chi ci amministra si può svegliare la mattina e decidere che non ho più bisogno di essere aiutato/a per il disagio nel quale ho vissuto in questi tre anni e nel quale continuerò a vivere finché non tornerò a casa mia, può anche darsi che lo stesso amministratore si svegli domani e decida che non ho nemmeno più bisogno dei soldi che servono per ripristinare la mia casa com’era prima del terremoto.
    Sono tre anni che non posso fare progetti sul mio futuro e quello della mia famiglia, siamo bloccati, disperati, impauriti. Il nostro tempo è stato congelato, fermato, sminuito.
    http://www.sismapuntododici.it/?p=1183

    #1268

  1. afenice

    27 giugno 2015 alle 17:21 (Modifica)

    Come l’evoluzione animale insegna, se si è relativamente forti si combatte, se si hanno ancora forze e qualche chance si scappa, se invece si è alla “che dio me la mandi buona” ci si freeza, ci si congela sperando che il caso ci veda male e ci passi oltre.[…]
    Fintanto che al suo posto si avrà l’indaffaramento dei piccoli egoismi individuali, il business as usual, la negazione sottostimante il problema, la reiterazione degli schemi consueti -tanto in coloro che tifano per lo status quo, quanto in coloro che tifano per una sua diversa versione-, non si produrrà neanche il primo livello, la pre-condizione di possibilità, per farvi fronte: la consapevolezza condivisa.
    https://pierluigifagan.wordpress.com/2015/06/27/quando-il-futuro-determina-il-presente-riflessioni-sul-panico-da-complessita/
    Detto in breve, quello che oggi difetta è l’intelligenza; per la semplice ragione che si è coltivata scientemente l’idiozia (Gaber)

    #1270

  1. afenice

    30 giugno 2015 alle 18:15 (Modifica)

    La Grecia ha aperto il fronte e forse finirà per sacrificarsi per cambiare questa Europa.

    Così come accadde nel 480 a.C. quando i 300 valorosi guerrieri di Leonida fermarono nella gola delle Termopili (la celeberrima ἡ ἐν Θερμοπύλαις μάχη) il temibile esercito dell’imperatore dei persiani Serse. Grazie al loro sacrificio, la lega federale delle piccole città greche trovò una nuova sintesi e da quel momento nacque e si sviluppò la grande civiltà da cui proveniamo.

    http://www.libero-pensiero.net/%E1%BC%A1-%E1%BC%90%CE%BD-%CE%B8%CE%B5%CF%81%CE%BC%CE%BF%CF%80%CF%8D%CE%BB%CE%B1%CE%B9%CF%82-%CE%BC%CE%AC%CF%87%CE%B7-finisce-qui-leuropa-tossica-inizia-la-settimana-di-passione-per-il-nostro-con/

    #1272

  1. afenice

    1 luglio 2015 alle 12:06 (Modifica)

    In seguito alla crisi è possibile che nascano nuove guerre?

    «Guerre inter-europee non credo. È vero però che l’Europa dovrebbe allearsi alla Russia per ragioni energetiche, geografiche e culturali. Siamo legati a una potenza che ha interessi divergenti dai nostri. Le sanzioni alla Russia sono ridicole, dal punto di vista europeo. Purtroppo, però, stiamo ancora qui a subirci i soliti americani. Sono 30 anni che stiamo perdendo tempo, dovevamo allontanarci da loro appena crollò l’Unione sovietica. Quest’alleanza sperequata poteva avere un senso finché c’era l’Urss, oggi ci danneggia e basta»
    Massimo Fini

    #1273

  1. afenice

    4 luglio 2015 alle 18:31 (Modifica)

    Giusto per chiudere la questione: non c’è nessun debito, ci sono solo gli interessi sul debito, che non è neanche moneta; sono sole scritture contabili che, come sono state scritte, si possono cancellare.
    https://terzapaginainfo.wordpress.com/2013/04/19/anatocismo-2/

L’illusione del cambiamento

Nessun attività è più inutile che versare fiume d’inchiostro sulla politica italiana, inutilità dettata da due motivi. Primo: mai come in questa fase storica è evidente che l’Italia non è soggetto, bensì oggetto dell’agone internazionale, e le scelte più rilevanti per il futuro del Paese sono prese fuori dai suoi confini. Secondo: la politica ha perso da decenni qualsiasi capacità di rinnovamento e propulsione trasformandosi, specie negli ultimi anni, in un potente freno all’uscita dalla più grave crisi economica, sociale e demografica dai tempi dell’Unità. La politica italiana si è eretta a garante dello status quo, difendendo strenuamente quegli assetti, la UE e la NATO, all’origine del collasso economico e della crescente insicurezza ai suoi confini. I governi si succedono (Berlusconi IV, Monti I, Letta I, Renzi I), il tempo passa, si schiudono nuovi scenari (il primo governo presieduto dal M5S), ma la linea di fondo non cambia.

Come sarà chiaro a molti cittadini della Repubblica Italiana (ma il discorso vale anche al resto dell’Occidente), il principale strumento adottato per preservare il potere è l’illusione del cambiamento, del movimento, del rinnovamento: si succedono continuamente volti, sigle, partiti, consultazioni elettorali, coll’unico obiettivo di instillare nei cittadini l’idea che l’istituto democratico sia vivo e vegeto ed un cambio di rotta possibile. Si conta sul fatto che, sfogatosi col voto, l’elettore si tranquillizzi, incassando recessione, disoccupazione, tagli allo Stato sociale, inasprimenti fiscali, fino alla successiva consultazione, e così via.

Leggi tutto: http://federicodezzani.altervista.org/renzi-vuoto-lultimo-colpo-canna-lm5s/