Europa

Fonte: Andrea Zhok

Ci sono molti intellettuali “embedded” nelle truppe dei detentori di capitale che accusano tutti i dissenzienti di essere “anti-occidentali”.
Se dubiti delle proprietà taumaturgiche di un prodotto terapeutico raffazzonato e somministrato forzosamente, allora sei un complottista antiscientifico e antioccidentale.
Se dubiti che l’Ucraina sia il baluardo della democrazia e che la Russia sia guidata da un pazzo che vuole arrivare con i carrarmati a Lisbona, allora sei un putiniano antioccidentale.
Se dubiti che Israele sia per definizione una povera vittima, ingiustamente tormentato da aguzzini palestinesi, gelosi e antisemiti, allora sei filo-terrorista e antioccidentale.
Ora, il termine “occidentale” è assai ambiguo, visto che oggi sostanzialmente include tutto ciò che ricade sotto l’influenza degli USA e dei suoi bungalow in giro per il mondo. Ciò che mi preme chiarire qui è che se per anti-occidentale quegli intellettuali a gettone intendono anti-europeo, si sbagliano di molto.
Tolti gli intellettuali a libro paga e quelli che pensano di sapere quel che succede nel mondo perché leggono Repubblica-Corriere, per i consapevolmente dissenzienti questa è una fase storica di grave sofferenza culturale.

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Collaborazionisti

Fonte: Andrea Zhok

Telecom Italia, con l’assenso del governo Meloni, ha deliberato la vendita per 19 miliardi di euro della rete fissa italiana, alla società statunitense KKR.
Il gruppo KKR non è solamente un grande gruppo americano, ma, per comprenderne l’autonomia rispetto al comparto militare-industriale, ha come presidente l’ex generale americano David Petraeus.
L’infrastruttura delle telecomunicazioni è oggi la più importante infrastruttura che definisce le capacità operative di una nazione nel mondo moderno.
Su questa infrastruttura circola:
1) l’informazione pubblica;
2) le transazioni monetarie;
3) qualunque operazione di interesse militare.
Praticamente gli abbiamo dato le chiavi di casa e lo ius primae noctis.
Per chi avesse ancora avuto dei dubbi, la destra italiana è parte del progetto di svendita del paese agli USA esattamente quanto la sinistra.
Essendo quella italiana la condizione di una colonia, il termine giusto per la nostra classe dirigente è quella di “collaborazionisti con le forze di occupazione coloniale”.
Visto che di questi tempi mancano occasioni di buon umore, non vedo l’ora di arrivare nei pressi delle prossime elezioni in cui assisteremo per la millesima volta allo spassoso gioco delle parti in cui la destra borbotterà seriosamente di “sovranità nazionale” e la sinistra li accuserà per questo di “fascismo”.

Parla Alan Fabbri

Scusatemi ma voglio condividere con voi una lunga riflessione personale su ciò che sto leggendo sui quotidiani da mesi.

“Dobbiamo essere uniti contro Fabbri”. Non uniti da un programma, da una visione o dalle idee per una città, ma solo uniti dall’odio verso di me. Non c’è altro.

Anche i cosiddetti tavoli di lavoro sulla stampa prendono il mio nome, appunto i tavoli “anti-Fabbri”. Ne sono lusingato. Potrebbero però essere più sinceri e coerenti, utilizzando un’accezione più positiva: “Riprendiamoci la poltrona”.

Insomma, il Partito Democratico non vuole costruire nulla di concreto. Fateci caso: dicono cose che potrebbero andare bene su tutto, un po’ come Paolo Fox con l’oroscopo della settimana.

Con loro anche la sinistra più ideologica, quella delle battaglie sulle E al contrario, degli asterischi, dei colori giusti da indossare. Trovano spazio anche gli onesti pentastellati con ideali non barattabili, da sempre contro il PD ma uniti nel mercato delle poltrone. Infine, i movimenti anti-tutto che non vogliono costruire assolutamente nulla.

Non posso essere presente a questi tavoli, ma da quel che leggo dalle loro dichiarazioni, deve andare più o meno così.

In questi affastellati incontri si sparano nomi di candidati un po’ a caso: “Io voglio questo! Ma come, non ha mai amministrato nemmeno un condominio!”, fa notare giustamente qualcuno.

Improvvisamente, dalle retrovie partono i “No, noi vogliamo una donna”. Poco importa chi sia, cosa faccia, se sia qui o altrove; è importante che sia una donna perché hanno sempre finto di lottare per l’uguaglianza delle donne e contro il patriarcato, ma in 70 anni non sono mai stati capaci di metterne una, fino ad oggi (forse).

Bene, non è mai troppo tardi per iniziare.

“Lo diremo alla Festa dell’Unità il candidato!”. Neanche l’ombra.

Solo un atto vandalico con furto che dimostra la grande spirale d’odio in cui questa città è finita grazie al mio governo xenofobo e intollerante. Qualcuno fa notare che alla stessa Festa dell’Unità, negli anni in cui regnavano sicurezza, amore e fratellanza, due volontari sono stati aggrediti nella ridente Pontelagoscuro con tanto di furto dell’incasso.

“È diverso, all’epoca saranno stati due poveri diavoli con bambini da sfamare”, diranno nei commenti.

Finito l’incontro, partono con le idee chiare: armati di fotocamere, scoprono l’esterno della propria abitazione dopo anni di letargo, vedono le auto in centro, vanno alla ricerca dell’albero morente, dell’uccello stressato dai decibel provenienti dalla cassa di centrodestra, mentre quelli della cassa di centrosinistra favorivano la nidificazione.

O della buca sulla ciclabile, del bagno chimico fluorescente, delle foglie che cadono in autunno, cronometrando il tempo che ci mette il netturbino per toglierle dalla strada, con tanto di interpellanza (fatto vero, eh), del “no” alle sagre ribattezzate “frizziemagna”, dell’uomo di colore in bici che da risorsa per la collettività diventa improvvisamente uno spacciatore cattivo, del “no” all’esercito, anzi del “sì, lo abbiamo voluto noi”, delle panchine brutte e scomode, dei cantanti pop per la plebe ignorante, perché il popolo deve crescere, con le loro lezioni di stile. Il popolo non può e non deve avere gusti personali.

leggi tutto su Facebook di oggi (segue in nota)

Si può

C’è qualche regione che si interessa a scambi all’interno del territorio nazionale fra istituti che possono qualificare la loro offerta formativa proprio attraverso gemellaggi formativi per il personale? Eppure le leggi ci sono, ma nessuno o quasi nessuno, le applica. Se parliamo di istruzione professionale sappiamo che la competenza delle regioni è già stabilita dalla legge. Però in regione Lombardia le offerte più innovative per quanto riguarda l’istruzione professionale viene dai privati. Con tutti gli istituti CFT facenti capo alla regione c’è bisogno dei privati per istituire corsi per falegnami, per idraulici, per elettricisti, che non si trovano più sul mercato? E c’è bisogno di tanta fantasia per capire come si sta evolvendo il mercato della manodopera nel nostro paese? Allora gli stipendi differenziati in base al costo della vita o in base ad altri criteri di tipo general qualunquista non sono credibili. Gli stipendi dei docenti vanno aumentati a livello nazionale per sani motivi di uguaglianza di base. I salari logorati dall’inflazione e non adeguati al costo della vita vanno aumentati in tutte le parti del paese. Ragionare invece sulle differenze certificate e stabilire dei criteri di valutazione oggettivi per progetti innovativi realizzati, non solo è possibile, ma è pure consigliabile.

Giancarlo Maculotti su Academia.edu

Atti della Camera

Il Patto Atlantico è un patto che assolve perfettamente agli interessi della politica americana (…). Si tratta cioè oggi per l’America di assicurarsi il dominio economico e politico dei paesi occidentali per svolgervi liberamente la propria politica di dominazione mondiale, così come l’ha svolta in altri paesi. Si tratta in ispecie di creare basi militari a sostegno di questa politica mondiale, si tratta di assoggettare maggiormente i paesi europei, che una volta entrati in questa politica militare aggressiva evidentemente non possono più rinunciare alla pesante tutela americana; si tratta di sviluppare nel proprio paese la produzione massiccia di armamenti standardizzati, da rifornirsi ai paesi aderenti, in modo che possa l’industria americana accumulare nuovi profitti e possa trovare nuovi investimenti in questa produzione di materiale bellico; si tratta infine di preparare – ove questa scelta si imponesse, fra crisi e guerra – le condizioni migliori possibili per l’attacco all’Unione Sovietica. (…) Di questo Patto possiamo quindi veramente dire che è un patto di guerra, indipendentemente da quella che può essere la volontà dei singoli uomini: è un patto di guerra perché è un contributo alla creazione delle condizioni obiettive da cui può nascere una guerra, in quanto si inserisce come strumento necessario nella politica imperialistica e nella politica aggressiva dell’America.
Lelio Basso

[Dal discorso tenuto alla Camera dei Deputati dall’on. Lelio Basso (Segretario del Partito Socialista Italiano), nella seduta pomeridiana del 15 marzo 1949. Da “Il Patto Atlantico al Parlamento italiano. Le dichiarazioni del Governo e i discorsi dell’Opposizione (11-18 marzo 1949)”, a cura del Centro Diffusione Stampa del P.C.I., 30 giugno 1949. Fonte: https://www.eurasia-rivista.com/…/lxxi-lasse-che-non-vaci…/…]

Torna “Mani pulite”

di

Paolo Pillitteri

10 luglio 2023

Torna Mani Pulite? E la politica?

C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole; il sospetto o la sensazione che l’indimenticabile stagione di Mani Pulite sia ritornata o, almeno, si faccia viva in un modo o nell’altro. Sia la vicenda di Daniela Santanchè che la morte di Arnaldo Forlani sono a loro modo emblematiche di una storia giudiziaria senza fine. Ma con un inizio e un nome.

Intanto, la politica ha al suo centro un “convitato di pietra”, la giustizia, che è essenziale alla dinamica del Paese, un sistema indispensabile per ordine pubblico ma anche per investimenti e competitività. E, ovviamente, per giudicare.

Pier Ferdinando Casini, nel suo interessante libro non a caso dal titolo “C’era una volta la politica. Parla l’ultimo democristiano”, ripercorre la parentesi di Mani Pulite con inizio dal 1992. E, pur con la consueta prudenza di un moderato doc, passa in rassegna i non pochi snodi drammatici e le troppe vittime di quella ventata di giustizialismo che era bensì mediatico-giudiziario (ovvero con la determinata partecipazione dei media, tutti o quasi), ma con una caratteristica di fondo: la politicizzazione della magistratura. Che, sempre non a caso, risparmiò sostanzialmente il Pci-Pds.

http://www.opinione.it/editoriali/2023/07/10/paolo-pillitteri_santanch%C3%A8-giustizia-mani-pulite-politica/

Fiera di giugno

Da giovedì 22 a martedì 27 avremo una settimana di eventi per tutte le età e tutti i gusti diffusi lungo un chilometro di centro storico, da Piazza Costa a Viale della Repubblica.

È la Fiera di Giugno 2023: avremo il luna park, l’area espositiva, l’area gastronomica, il palco delle cover band nella “Piazzetta in Festa” e il palco caraibico con il Tropicana – Fiesta Latina. In più, quest’anno si aggiunge la grande novità dello spettacolo finale piromusicale dal titolo “Acqua e fuoco”.

La Fiera patronale è l’evento che apre l’estate bondenese, dopo le riuscitissime feste frazionali primaverili. Un grande ringraziamento va a tutte le associazioni di volontariato che anche quest’anno saranno il cuore pulsante degli eventi.

Come sempre, non mancherà la grande cultura all’interno della Biblioteca “Meletti” e della Casa Operaia, e durante il fine settimana andrà in scena anche lo Sbaracco delle attività commerciali. E per tutti i fedeli, sabato 24 vi sarà la Santa Messa in Duomo in onore di San Giovanni seguita dalla processione lungo le vie del centro.

Insomma, dal più piccolo al più grande, tutti avranno la possibilità di uscire, stare insieme e divertirsi. E questa è la filosofia che guida la progettazione della nostra Fiera: un grande evento per giovani e diversamente giovani.

Nel corso della settimana approfondiremo il programma entrando nel dettaglio degli eventi. Nel frattempo, nei commenti si può trovare il link al palinsesto completo.

Buona Fiera di Giugno a tutti!

#simonesalettisindaco#cittadibondeno#FieradiGiugno

Berlusconi

Tutto questo ha fatto si che Berlusconi sia stato l’unico politico europeo di spicco, per non dire occidentale a ricordare che non è stato Putin a volere la guerra, che bisogna andare a vedere i fatti precedenti e che la strada maestra era la diplomazia e la pace. Praticamente si è trattato dell’ultima sua dichiarazione politica che ha spiazzato i vecchi pacifisti che una volta lo contestavano, ormai finiti nelle trincee della confusione.