I pensionati leggono i blog?

Leggo dal blog Rischio Calcolato:

“Così, nel segreto delle stanze, si discute su quello che fino a qualche settimana fa era impronunciabile: tagliare le pensioni in essere.
E poco importa che si farà in nome dell’equità generazionale.
Gioco forza il punto di partenza sarà la proposta che nel 2014 Boeri lanciò in un articolo scritto per la Voce.info con Fabrizio Patriarca e Stefano Patriarca: ricalcolare tutte le pensioni retributive in essere, evidenziare lo squilibrio di ciascuna rispetto al calcolo contributivo, e colpire gli assegni più alti …
Gli economisti avevano indicato un taglio del 20% dello ‘squilibrio’ per le pensioni da 2 mila a 3 mila euro lordi al mese; del 30% per quelle tra 3 mila e 5 mila; del 50% per quelle sopra i 5 mila. Risultato? Un risparmio strutturale (altro che una tantum) da 4,2 miliardi di euro”.
Ecco, al riparo della provvida mascheratura di sinistra, la vera missione del Tito nazionale.
Con la scusa dell’equità e del rigore (le consuete esche ideologiche) taglieranno le pensioni di questi ricchi epuloni (2000-3000 euro lorde! A questi mirano, al grosso e al grasso del corpo medio, mica alle rendite dei veri fanigottoni) per riequilibrare (altra esca ideologica) le sorti generazionali.
Naturalmente la garrota agirà con sapiente gradazione, un centimetro alla volta.
Che tali pensioni, in realtà, servono a compensare le miserie delle generazioni svantaggiate (per mantenerle del tutto, a volte, poiché si è in presenza di una disoccupazione giovanile di massa) non sfiora la capoccia del piddino. Ormai egli ha annusato Boeri, è uno di loro, può anche abolirle le pensioni (con gradualità, come detto, in ossequio alla sindrome della rana bollita).
Egli applicherà, con calma, fra gli applausi delle rane bollite, il consueto inganno. In nome dell’equità, certo.
E della giustizia. E dei diritti e del merito.
E dell’Europa.
E del sol dell’avvenire.

estratto da http://pauperclass.myblog.it/2015/05/24/cosa-ce-nella-testa-piddino-alceste/

Semplifichiamo

Partiamo da una considerazione preliminare: a Bondeno la svolta elettorale che ha visto la “destra” sostituire la “sinistra” si può sicuramente attribuire alla chiusura dell’ospedale “Borselli”(di recente ceduto dal comune all’ASL).

Allora vediamo nei programmi elettorali  quali sono le proposte del candidato PD, per la semplice ragione che la regione competente è governata da una maggioranza PD appena confermata. Dice Massimo Sgarbi:

4.    SANITÀ’, SERVIZI, PREVENZIONE
–    Collaborare con le Regioni Lombardia (in particolare la Provincia di Mantova) e Veneto (Provincia di Rovigo) per una più rapida assistenza di urgenza ed emergenza mobile, sia essa autoambulanza o auto medica, capace di intervenire nel minor tempo possibile.
– Adottare, terminata la prima parte della Casa della Salute, l’integrazione dei gruppi di professionisti che rappresentano   l’assistenza di base (MMG, PdLS) con la Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) anche nel diurno.
– Ricollocazione dell’auto medica, nell’ottica di una revisione periodica che il SSR ha in programma per ottimizzare aree e distretti sanitari.
– Progettare una nuova viabilità di accesso alla struttura Borselli
– Programmare un piano di attrazione per potenziali investitori interessati all’insediamento di una struttura sanitaria privata-convenzionata sul territorio comunale utilizzando edifici già di proprietà del Comune, da servire anche a livello sovra comunale, che possa erogare servizi sanitari integrativi garantendo qualità e tempi di attesa ridotti.

Tutto qui: nessuna ipotesi di riapertura. Per esercizio potete anche guardare ai programmi degli altri candidati, che sostanzialmente si adeguano, ipotizzando semplicemente la riapertura del Primo Soccorso (come era da noi prima del terremoto).

Ma allora la ricostruzione (per cui sono stati stanziati 11,5 milioni di euro)  a cosa serve? “A promuovere la collaborazione con i privati -dice Fabio Bergamini- che possano sopperire alle carenze del settore sanitario“.

Concludendo,  scordiamoci il passato in cui l’ospedale , oltre a fornire un innegabile servizio alla popolazione, era anche un volano per l’occupazione sul territorio.

Bondeno non dimentica

che alle 4 e 30 la radio dava la scossa a 6.1 Richter, poi scesi a 5.9;

che fortunatamente non ci sono state interruzioni dell’energia elettrica, ma solo un black-out di alcuni cellulari;

che Sky aveva destinato un canale all’evento per tenere informate le popolazioni;

che i contributi degli italiani sono stati solleciti e copiosi;

che l’opera dei volontari ha permesso l’immediatezza dell’intervento;

che di questi interventi la popolazione locale è stata poco o nulla informata.

Altre notizie le trovate nel quaderno di bondeno.com qui allegato

Terremoto 2012 by araba fenice

https://www.scribd.com/embeds/259793608/content?start_page=1&view_mode=scroll&access_key=key-oCpLgTK6HckRU5bndKDx&show_recommendations=true

Chi va e chi viene

Esattamente un anno fa scrivevo l’articolo http://www.bondeno.com/2014/05/07/ricomincio-da-me/ che continua a rimanere di attualità, tanto più che avremo anche quest’anno le elezioni amministrative per la gestione del comune .

Per il particolare caso di Bondeno ho già avuto modo di rilevarne l’anomalia, rimando per questo alla serie di link che trovate su http://arabafenicesposts.tumblr.com/
Nel frattempo abbiamo visto Alberghini ( ex-rifondazione e se-dicentesi M5S) passare al sostegno della lista Bergamini (scudiero di Fabbri, come alcuni lo definiscono) e  Pancaldi (non riconfermato in squadra nel maggio del 2014) presentare una propria lista.
A una mia specifica richiesta,  Riccardo Campi, candidato, ha risposto:
Ciao Paolo. Durante le due Giunte Verri si era arrestata la decrescita demografica, e, malgrado lo shock della chiusura dello Zuccherificio del 2006, anche il livello di reddito medio si stava avvicinando ai livelli provinciali. Ricordo che è dell’epoca ad esempio l’arrivo di URSA ed il parco Bondy Beach. Lo dicono rispettivamente i numeri di ISTAT e Dipartimento delle Finanze.
Il problema è nato con la crisi del 2008, e il successivo terremoto 2012, per i quali le contromisure adottate non hanno prodotto risultati apprezzabili. Sul perché e sul ruolo del “Vicesindaco”negli ultimi anni penso sia opportuno che a risponderti sia Luca. Una piccola annotazione nel maggio 2014 non è stato riconfermato in squadra.”
Lo stesso Pancaldi, qualche minuto dopo, mi scrive:
Buongiorno Paolo. preciso che sono stato 10 anni assessore ai servizi sociali e 5 anni vicesindaco. Soprattutto in questi ultimi anni ho maturato la convinzione che solo una giunta slegata dai partiti (che hanno inevitabilmente inciso sulla formazione della stessa guardando più alla rappresentatività che alla sostanza delle decisioni da adottare) e con persone altamente qualificate possa tentare di invertire la rotta in un momento storico difficile come questo. Qualcuno potrebbe ribattere: e perché non ne sei uscito prima? semplicemente perché ritenevo che il mio apporto fosse comunque utile e che la mia assenza avrebbe creato inevitabilmente qualche problema in un settore tanto delicato come quello sociale in un momento di crisi economica e dopo il terremoto. Anticipo che l’indennità di carica di vicesindaco si aggira attorno ai 1400 euro mensili, quasi quanto prende un dipendente, a volte, con meno responsabilità. Come vedi, anche l’indennità, in rapporto alla responsabilità non è tale da rendere così ambìto questo ruolo. credo che fare l’amministratore di un comune come il nostro oggi sia quasi una missione e certo non lo fai per guadagnare ingenti capitali. mi scuso per l’estrema sintesi e per gli errori ma sto scrivendo nelle pause in macchina… Sono sempre disponibile ad affrontare la questione in maniera più circostanziata. un saluto”
Qualsiasi cosa si pensi in proposito, non posso esimermi dall’apprezzare la celerità della risposta e, soprattutto, la cortesia; una merce decisamente rara di questi tempi.