Il piano di Biden

Perciò, dopo la mancata sconfitta della Russia, tramite le sanzioni, sta prendendo forma un piano che prevede di mobilitare solo i Paesi dell’est Europa, quasi tutti burattini senz’anima per trasformare anch’essi in carne da cannone: il fatto che Biden prima di partire dall’Europa abbia convocato i nove paesi ex sovietici o appartenenti al patto di Varsavia ovvero Lituania, Lettonia, Estonia, Polonia, Slovacchia, Cechia, Ungheria, Romania e Bulgaria, lascia pensare che il piano sia questo: continuare il carnaio con gli uomini di questi Paesi. E quindi anche continuare ad accontentare anche l’apparato industrial militare senza dover mettere in campo propri soldati, a parte quel velo di falsi mercenari a fare da collante e a svolgere la stessa funzione dei raggruppamenti nazisti che abbiamo imparato a conoscere.

estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2023/02/25/gli-usa-preparano-il-nuovo-massacro-europeo/

A bocce ferme

Mentre si avvicina l’anniversario della guerra in Ucraina si può già avvertire l’ondata di piena della menzogna che sta arrivando sul terreno fradicio dell’informazione: una menzogna che si presenta come omissione degli atti di guerra compiuti dall’Ucraina contro il Donbass e volti a rendere inevitabile l’intervento russo. Se tali atti fossero riconosciuti sarebbe impossibile sostenere la tesi di una gratuita aggressione militare della Russia e riconoscere che l’intervento era legale, almeno quanto lo era quello della Nato nella ex Jugoslavia.

leggi tutto : https://ilsimplicissimus2.com/2023/02/21/discorso-di-putin-mentre-infuria-la-menzogna/

Non c’è due senza tre

Fonte: Andrea Zhok

Il segretario generale della Nato Stoltenberg ieri:
“Fatemi essere chiaro: non ci sono opzioni a rischio zero. Ma il rischio peggiore di tutti è che Putin vinca.”
Prego?
Ma voi siete fuori come un ponte levatoio.
Voi e quella pletora di pennivendoli con l’elmetto che vi fanno da claque.
Fate essere chiari noi.
Il rischio essenziale è che dopo aver devastato economicamente l’Europa, da quei venduti incompetenti (e razzisti culturali) che siete, riusciate anche a coinvolgerci direttamente in un conflitto armato fatale.
Il rischio accessorio è che, anche se Putin vince, voi, genia di psicolabili in libera uscita, continuiate a fare da passacarte del complesso militare-industriale statunitense, a scapito di centinaia di milioni di cittadini europei (e dopo il diritto di guerra per la guerra al Covid e il diritto di guerra per la guerra in Ucraina non oso pensare cosa ci riservi il “non c’è due senza tre”).
Ecco.

integrale in https://www.ariannaeditrice.it/articoli/non-c-e-due-senza-tre

I cannoni al posto dei fiori

Tutti i tempi vengono, diceva la nonna. Mai come negli ultimi anni ha avuto ragione. Ne abbiamo viste e subite davvero troppe e l’ultima sembra sempre la peggiore. Questa però è proprio grossa: il presidente ucraino Zelensky parteciperà al festival di Sanremo, in collegamento dal bunker in cui vive, probabilmente con la consueta tenuta verdastra da combattimento. Un attore anche nelle modalità della comunicazione.
Non è dato sapere il cachet della prestazione a carico del contribuente italiano, che paga una tassa per il possesso del televisore direttamente con la bolletta elettrica, sia o meno sintonizzato sull’ex vetrina della musica, diventata da tempo un insopportabile, ipertrofico carro di Tespi teso non a valorizzare talenti canori, ma a promuovere l’ideologia dominante.
Il festival del neo conformismo obbligatorio mostra la verità dell’intuizione di Guy Debord sulla società dello spettacolo. L’ intero sistema economico, sociale e politico del capitalismo moderno ha prodotto una trasformazione devastante. La profezia del situazionista Debord si è realizzata e ci troviamo immersi nello spettacolo generalizzato, elemento unificante di un teatro permanente, frutto maturo della globalizzazione. Realtà e virtualità si intrecciano davanti a un pubblico plaudente, passivo, il cui compito è assorbire come una spugna il messaggio del potere sotto forma di intrattenimento.

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