Notre Madame

Le chiese cristiane terrorizzate dal socialismo e dal comunismo ateo che esse percepivano come una religione aliena si sono legate senza remore al capitalismo rampante e alle sue incarnazioni anche perché convinte che l’ordine sociale della disuguaglianza fosse il terreno di cultura ideale per il loro messaggio tout court attribuito a Dio: i poveri potevano sempre sperare in una giustizia oltremondana tramite ovviamente la chiesa e rimarsene buonini in attesa del premio, mentre i ricchi potevano sentirsi in grazia del Signore in virtù della benedizione portata dalla loro stessa fortuna, come tra i protestanti o liberarsi facilmente dal fardello del peccato con qualche donazione e qualche avemaria.

il Simplicissimus

notre-dame-pompieriSe fossi nei panni del Papa e delle gerarchie cattoliche farei un’attenta analisi dei reportages scritti e video che si sono susseguiti durante e dopo l’incendio di Notre Dame perché essi suonano come l’inquietante campana a morto della propria progressiva perdita di senso: sebbene il fuoco abbia toccato un  edificio religioso, anzi il più famoso edificio religioso di Francia, e non uno della politica, dell’economia o un museo o qualche palazzo della simbologia nazionale oppure del lusso neoliberista, i termini costantemente usati sono stati, “storia”, “monumento”, “patrimonio”, “destino francese”, “tesoro”, “icona”, “cultura” senza che mai venissero usati nemmeno una volta termini in fondo più appropriati per una cattedrale come “messa” “fede”, “grazia”, ​​”incarnazione”, “peccato”, “provvidenza”, “rivelazione”,  “salvezza”, “culto”, “preghiera” come se la funzione religiosa della cattedrale fosse passata in secondo piano o addirittura non esistesse più. Persino il tentativo degli ambienti più retrivi e reazionari di inscenare una sorta di…

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Fuoco di sbarramento

Fonte: Paolo Becchi

Nei giorni scorsi è partito il fuoco di sbarramento sull’immigrazione, perché ora dobbiamo accogliere tutti gli immigrati libici dal momento che scappano dalla guerra, mettendo così in difficoltà la linea dura del ministro dell’Interno. Poi l’indagine della magistratura sul caso SeaWatch e due giorni fa l’inchiesta per corruzione riguardante Armando Siri. Il tutto nel bel mezzo della campagna elettorale per le elezioni europee del 26 maggio. Le danze sono dunque iniziate sempre sotto la stessa musica. Salvini stava andando troppo forte e si è messo in moto l’intero establishment per fermarlo.

Ieri l’ultima mazzata, ma stavolta proveniente da un insospettabile. Si è scomodato addirittura il presidente della Repubblica, che in una intervista rilasciata alla rivista francese Politique Internationale ha espresso il concetto che «il vento del sovranismo non minaccerà l’esistenza dell’Ue». A noi non importa quale sia il pensiero di Mattarella sul sovranismo, bensì se possa o meno dire una cosa del genere.

Il presidente della Repubblica esercita le sue funzioni quale organo super partes, cioè non può prendere una posizione che avvantaggi l’una o l’altra forza partitica, questa o quella dottrina politica. Ma con quella intervista ha presa posizione per una parte contro un’altra. Vediamo perché.

leggi tutto : https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=61847

Timeo greta et dona ferentes

Come si sa uno dei temi più spinosi per il capitalismo e il suo fuorigiri dell’iper produzione è quello ambientale, i cui effetti cominciano a farsi sentire anche nel quotidiano: si tratta di un argomento pericoloso che potrebbe deflagrare e saldarsi al malcontento per la precarietà, la sottrazione di welfare, il calo dei salari, la disoccupazione e sottoccupazione di massa, per cui non si può più continuare a fare una debole guerriglia con le truppe di accanite retroguardie reazionarie e negazioniste  o simulando un’attenzione che poi si riduce a nulla quando si vanno ad intaccare i profitti. Bisogna trovare un cavallo di Troia per controllare il campo. Ed ecco che spunta fuori dal nulla una ragazzina che si dice abbia la sindrome di Asperger, figlia di due personaggi in vista del jet set svedese, che come una giovannina d’Arco se ne sta ogni venerdì davanti al parlamento di Stoccolma ad esigere provvedimenti per l’ambiente, facendosi profetessa di imminenti catastrofi. Un giornalista francese, Marc Reisinger, voleva intervistarla, ma ha scoperto che non tutti i venerdì Greta è davanti al Parlamento, che quando ci va è circondata da numerosi sorveglianti che si mimetizzano tra gli astanti, e che impediscono contatti diretti, specie con i giornalisti: se la ragazzina si tocca il berrettino o se lo toglie significa accorrete e toglietemi di torno questo moscone. Infatti questo è accaduto a Reisinger, che ha anche filmato l’intervento prima di una guardia del corpo e successivamente di altre due (qui per i curiosi) .

estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2019/04/18/timeo-greta-et-dona-ferentes/

 

Oui, je suis Quasimodo

ma per noi che abbiamo un patrimonio immenso sia per quantità che per qualità chi fa collette? Nessuno, anzi ce lo svendiamo anche grazie ad amministratori indecenti sotto ogni punto di vista, subornati dal pensiero unico e guidati da antichi vizi. Altro che Notre Dame.

il Simplicissimus

33aca2fbc6e36eec2ded991a0cdbcbceMi piacerebbe sapere quanti euro sono arrivati dalla Francia per i terremoti che in un decennio hanno sfigurato l’Italia centrale, che hanno aggredito decine di migliaia di persone e distrutto monumenti decisamente più interessanti di Notre Dame; l’unica cosa che è arrivata sono stagli sberleffi assurdi e offensivi di Charlie Hebdo . A quella cattedrale parigina ci sono abbastanza affezionato perché un secolo fa ci sono passato davanti moltissime volte per andare da Rue Tronchet, vicino a Place de la Madeleine, fino al Quai des Orfevre o al Palais de Justice  spesso passando sul retro e sulla fiancata della cattedrale quando ancora si poteva fare, ma ogni volta mi veniva da pensare a quanto era pasticciata quella cattedrale e come fosse decisamente meno elegante di tante altre chiese francesi, mille miglia distante dalla Saint Chapelle che si trova a due passi, per non parlare di quelle italiane che sono su…

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Un bimbo non amato

Roma, 5 aprile 1969
Stanotte, nel dormiveglia, ho avuto una di quelle illuminazioni (che in psicologia si chiamano ‘allucinazioni ipnagogiche’) per cui poi generalmente scrivo dei versi: la traduco ora invece in prosa.
I monumenti, le cose antiche, fatte di pietra o legni o altre materie, le chiese, le torri, le facciate dei palazzi, tutto questo, reso antropomorfico e come divinizzato in una Figura unica e cosciente, si è accorto di non essere più amato, di sopravvivere. E allora ha deciso di uccidersi: un suicidio lento e senza clamore, ma inarrestabile. Ed ecco che tutto ciò che per secoli è sembrato ‘perenne’, e lo è stato in effetti fino a due-tre anni fa, di colpo comincia a sgretolarsi, contemporaneamente. Come cioè percorso da una comune volontà, da uno spirito. Venezia agonizza, i sassi di Matera sono pieni di topi e serpenti, e crollano, migliaia di casali (stupendi) in Lombardia, in Toscana, in Sicilia, stanno diventando dei ruderi: affreschi, che sembravano incorruttibili fino a qualche anno fa, cominciano a mostrare lesioni inguaribili. Le cose sono assolute e rigorose come i bambini e ciò che esse decidono è definitivo e irreversibile. Se un bambino sente che non è amato e desiderato – si sente ‘in più’ – incoscientemente decide di ammalarsi e morire: e ciò accade. Così stanno facendo le cose del passato, pietre, legni, colori. E io nel mio sogno l’ho visto chiaramente, come in una visione“.
Pier Paolo Pasolini, “Tempo”, nr. 14, 5 aprile 1969

https://alcesteilblog.blogspot.com/2019/04/un-bimbo-non-amato.html

Buon senso cercasi

Oggi si pretende che tutti possano fare tutto e aspirare a tutto; a forza di rivendicare diritti, si è perso ogni senso del limite. Una donna di sessant’anni vuol diventare madre: perché no? C’è l’inseminazione artificiale. Una coppia di sodomiti vuol provare l’ebbrezza del matrimonio: perché no? Ci sono le unioni di fatto anche per loro, col sindaco, i confetti e gl’invitati: così potranno dire, come quel prete che ha piantato la parrocchia per andare a “sposarsi” alle Canarie, con un uomo: Auguro a tutti di provare un amore grande come quello che io provo per mio marito. Sì, per mio marito. E il suo vescovo, che non ci risulta lo abbia ancora sospeso, ad abbracciarlo davanti ai parrocchiani, e a dirgli, quasi con le lacrime agli occhi: Hai voluto realizzare un grande amore; ora vai liberamente per la tua strada. Se, poi, quella coppia viene anche afferrata dall’impulso irresistibile della paternità, perché no? Ci sono varie tecniche per aggirare il piccolo ostacolo costituito da quella brutta cosa che è la fisiologia, per cui – con licenza parlando – la penetrazione anale non crea fertilità. Una è quella di comprare il bebè da una donna bisognosa, che porta avanti la gravidanza in conto terzi e poi lo vende. E quanto sia popolare questa tecnica e simpatica questa mentalità, lo prova l’indignatissima levata di scudi contro il nuovo ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, reo di aver osato dire che le adozioni di bambini registrate all’estero con siffatta tecnica, nel nostro Paese non hanno alcun valore legale. Non lo avesse mai detto! Ecché, vogliamo riportare l’Italia al Medioevo?

Il problema, dunque, è la perdita del senso del limite. Nessuno trova strano che chiunque voglia rivendicare qualsiasi genere di diritto, purché non faccia del male agli altri: è il trionfo della filosofia politica del liberalismo puro, senza fronzoli e pastelle morali, ossia del radicalismo. Un ragazzo autistico ha il diritto di iscriversi a un liceo, anche se non può seguire neppure un’ora di lezione, non scrive, non parla, non interagisce con gli insegnanti e coi compagni: ma quello è un suo diritto, e guai a contestarlo. Un bambino caratteriale ha il diritto di frequentare normalmente tutti gli anni della scuola dell’obbligo; ha anche il diritto di terrorizzare i compagni e picchiarli (e, qualche volta, anche le maestre): non è forse giusto che la parte più forte, cioè la società dei sani, faccia uno sforzo per venire incontro alle necessità di chi è stato meno fortunato? E via di questo passo. È, ripetiamo, la stessa logica per cui un africano che non fugge da nessuna guerra, da nessuna carestia, da nessun pericolo o persecuzione o cataclisma, ha il diritto, semplicemente e puramente, di essere “accolto” in Italia, cioè di trasferirsi nel nostro Paese in pianta stabile; gratis per i primi tre anni circa, albergo, musica e computer assicurati. Poi si vedrà. Forse, alla fine, risulterà che non ne aveva diritto, anzi, risulta nel novantatre per cento dei casi; ma che importa? A quel punto, provate voi a rimandarlo indietro. Sarebbe estremamente difficile; e poi sarebbe anche un po’ crudele. Magari voleva unirsi a un fratello, a un genitore che in Italia c’erano già, con tanto di permesso: vogliamo forse separare le famiglie? Vogliamo fare come quel barbaro di Trump, che separa i bambini dai loro genitori? Non siamo mica ai tempi del Terzo Reich…

estratto da https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=60816

Elezioni europee

” Possiamo proporre una nuova Europa perché non abbiamo mai governato (a Bruxelles) ” , ha detto Salvini.

Stiamo lavorando per un nuovo sogno europeo. Per molti cittadini e persone di oggi, l’UE è un incubo e non un sogno.

L’incontro di lunedì includeva rappresentanti di Alternative for Germany (AfD), del Danish People’s Party e del Finns Party. Joerg Meuthen della AfD ha detto ai giornalisti che la nuova alleanza si chiamerà “Alleanza europea per le persone e le nazioni” e includerà inizialmente almeno 10 partiti.

Sebbene le parti in causa abbiano avuto seri disaccordi in passato, progettano di unirsi attorno a un programma per riportare ” lavoro, famiglia e sicurezza ” al centro della loro visione politica, secondo Salvini. Le parti condividono anche una forte opposizione alla politica di immigrazione dell’UE e sperano di spingere per un controllo delle frontiere più severo.
L’unico disaccordo che intercorre fra i vari movimenti è quello relativo ai rapporti con la Russia, visto che alcuni paesi dell’est Europa sono più intransigenti rispetto all’atteggiamento da tenere con Mosca.

Mentre Le Pen non era presente lunedì, Salvini ha detto che il suo partito, il National Rally, avrebbe preso parte al gruppo.

Nonostante l’assenza di altri potenziali alleati cruciali come l’Ungheria Fidesz (che è stata recentemente sospesa dal blocco del Partito popolare europeo nel parlamento dell’UE) e il partito polacco di Giustizia e Legge, entrambi hanno flirtato con l’idea e hanno espresso un certo livello di solidarietà con i piani di Salvini.

Salvini si scambierà l’elegante hotel in cui si è tenuta la riunione di lunedì per l’antico stadio a forma di circo di Roma, quello del Circo Massimo a maggio, dove è stato programmato un incontro molto più ambizioso che gli organizzatori sostengono includerà rappresentanti di 15-20 paesi.

https://www.controinformazione.info/lue-e-un-incubo-litalia-di-salvini-lancia-una-campagna-per-formare-unampia-alleanza-nazionalista/

Italia a parte

Immancabile, la Procura di Roma indaga  su quelli che a Torre Maura hanno protestato con violenza contro  lo scarico, nel loro quartiere, di 70  zingari.  Ha posto l’aggravante dell’”odio razziale”  come movente.

Nelle  stesse ore,  è apparsa la foto  di un personaggio  attivamente pro-immigrati.

Il figlio di Tria.  Era secondo skipper della barca a vela-civetta che accompagnava la Mar Jonio di Casarin e soci,  finanziata da Banc Etica e vari Fratoianni. La vela, alta sul mare, serviva a rendere visibili ai clandestini nel gommone la nave-soccorso.  Rimasto solo al largo, lo yacht è arrivato a fatica a Lampedusa, riferisce la  Verità.

Quel che importa è come  lo vediamo nella foto: bello, palestrato, palesemente ricco.

Le cronache non ci restituiscono invece le foto  di Niccolò Ciappini,  il  figliastro del ministro Tria, figlio della seconda moglie Maristella Vicini;  ma possiamo giurare che avrà l’aspetto ricco . Questa è la jeunesse dorée . Il ragazzo  di cui le cronache ci  narrano come sia stato assunto  nel gruppo Tinexta  da Pier  Andrea Chevallard  amministratore delegato della medesima, nonché “compagno” di Claudia Bugno,  la consulente che Tria vuole assolutamente  al suo fianco perché non sa privarsi  della sua  preziosa professionalità, comprovata nella presenza della brillante professionista nel consiglio  d’amministrazione di Banca Etruria (a fianco di papà Boschi) durante il crack (Bankitalia, non conscia delle sue alte qualità, l’aveva multata per 121 mila euro), poi alla vicepresidenza Alitalia   da cui  se n’è andata perché l’ex commissario Luigi Gubitosi non la voleva più lì».

Veronica Padoan

Se aggiungiamo che la figlia dell’ex ministro  Padoan,  Veronica, è ricordata per aver capeggiato la rivolta degli immigrati senza documenti sbarcati   e offerti allo sfruttamento del caporalato di Rosarno,  possiamo concludere che i militanti dell’accoglienza, che schifano i razzisti di Torre Maura,  appartengono alla speciale categoria dei Ricchi di Stato.

 

Una categoria tutta italiana. I ricchi esistono ovviamente in  ogni parte del mondo, anche miliardari, ma sono dei privati a capo di imprese private.

All’estero,  lavorare per lo Stato,  anche  ai  vertici, non rende ricchi.  Qui  sì, come ha mostrato un recente servizio di Milena Gabanelli.

All’estero, pagati molto meno.

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/rai-43-dirigenti-incassano-stesso-stipendio-dell-amministratore-delegato/9a79d3e8-53b4-11e9-96c3-69d40ecc7f9b-va.shtml

Questa dei ricchi di Stato  è una categoria speciale.  Non devono lottare per sopravvivere, non devono competere, non  conoscono la precarietà del lavoro come il resto degli italiani.  Cadono sempre in piedi, come dimostra il caso di Claudia Bugno: cacciati da una partecipata, vengono assunti da un’altra e ai vertici.

Il  caso ancor più notevole è quello di Maria Cannata, la dirigente altissima che per 17 anni ha gestito il debito pubblico italiano  contraendo derivati con Morgan Stanley in modo così abile,   che secondo  la Corte dei Conti   ha  concorso a creare un danno allo Stato da 4,1 miliardi di euro , ma che secondo  le stime di Luca Piana de L’Espresso,  nel tempo, tra il 2016 e il 2021 le perdite saranno  24 miliardi.

Processo? Prigione? In qualunque altro paese, non nell’Italia dei Ricchi di Stato.  La Cannata è uscita dal Tesoro solo per godersi la  profumata pensione che spetta tali pubblici dirigenti.  Anche perché sarebbe ingiusto prendersela con la dottoressa Cannata, e  non “il suo predecessore Vincenzo La Via e gli ex direttori del Tesoro Domenico Siniscalco, poi passato alla stessa Morgan Stanley, e Vittorio Grilli, ora a Jp Morgan”.

https://www.lettera43.it/it/articoli/economia/2018/02/16/derivati-stato-italia/217902/

Per  livello di emolumenti senza confronto con quelli del settore privato, per impunità e intoccabilità, per la rete di relazioni utili  che hanno intrecciato attorno a sé e nel loro ambiente per i loro rampolli, questa corrisponde perfettamente alla definizione di una oligarchia. Mantenuta da denaro pubblico.

Questa oligarchia è,  vediamo, militante dell’accoglienza senza limiti di tutti i clandestini che arrivano dall’Africa;  perché tanto, poi lo scarica  a Torre Maura e simili quartieri, sulle spalle di quei razzisti che, se hanno un lavoro, prendono sul migliaio di euro.  I fortunati, perché c’è  anche  la donna di  88 anni che  racconta:  “Viviamo in questo appartamento  comunale  da 41 anni . Prendo 600 euro di pensione al mese, il soffitto del bagno mi sta per crollare in testa. Quando chiamo il Comune, mi tengono in attesa un tempo infinito e ora mantengono questi rom“.

Naturalmente hanno contro i giornalisti,  che sono per l’accoglienza in quanto appartenenti alla casta dei Ricchi di Satto – almeno quelli della Rai TV.

 

(I neo-assunti hanno uno stipendio superiore del 30 per cento a quello che percepiva Blondet dopo 37 anni di anzianità)

Essi, molto ricchi, hanno trovato rivoltante che i nazifascisti razzisti diTorre Maura da 600 euro almese o disoccupati, hanno calpestato il pane destinato dal Comune agli zingari.  Sono pieni di buoni sentimenti progressisti; essere di sinistra, in Italia, esige  un certo reddito,  l’appartenenza a una certa rete oligarchica privilegiata

Chi ha calpestato il pane ieri notte a , per giunta gridando “ dovete morire di fame”, ha compiuto un gesto sacrilego che tormenta le coscienze di tutti noi

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Hanno contro anche i giudici,  che prendono, fra annessi a connessi, 145 mila euro annui,  abbastanza da non sentire la durezza del vivere e poter coltivare sentimenti umanitari riguardo ai ROM. Dunque giudici che incrimini  per odio razziale gente che spacca tutto quando gli mettono vicino i 70 Rom che sono, sostanzialmente, mantenuti  dal denaro pubblico, favoriti e  alleviati di pesi come pagare le  bollette, o i  canoni d’affitto.

Questi italiani razzisti se fossero in Francia, sarebbero noti come ”la France péripherique”, quella parte della società  descritta dal sociologo-geografo Christophe Guilly,   “la gente che si trova  anche territorialmente, nei territori che contano  poco”, più abbandonata delle stesse minoranze etniche e  di nuova immigrazione, perché la  ““metropoli mondializzata popolata di radical chic  progressisti,  che si crogiolano nel liberalismo economico, la società aperta, i comportamenti consumisti libertari”  fa’ vivere le minoranze etnicizzate delle banlieues nella luce dei suoi consumi  di lusso, del suo benessere, del suo superfluo, della sua “creatività senza pregiudizi” e senza tabù.  I nuovi immigrati vi si concentrano perché godono degli affitti “sociali” delle grandi metropoli, mentre “le classi popolari sono intrappolate lontano  dalle zone che creano  posti di lavoro, e non godendo di affitti sociali, spendono per il diesel 250 euro al mese, un quarto del salario minimo”.

“Il Sistema produce il suo proprio popolo”

https://www.maurizioblondet.it/sistema-produce-suo-popolo/embed/#?secret=Ua8F2v3Jif

In Francia, questi  sono i Gilet Gialli.  Ossia un  popolo che si è riconoscuuto unito nell’insurrezione e nell’opposizione, dalla Normandia alla Provenza, che ha  riscoperto la fraternità cantando l’inno  nazionale, che  ha la coscienza politica unitaria, messaggi politici generali perfettamente enunciati (Macron dégage!), la costanza di scendere in piazza da venti settimane sfidando le percosse della polizia  del Potere.  A Torre Maura, non viene a nessuno l’idea di indossare il gilet giallo.   Anche in Sardegna, i pastori che hanno protestato per il prezzo del latte, non l’hanno fatto. Indossare un gilet giallo è   fare appello al popolo,  al proprio popolo, agitare una bandiera, chiamare  gli altri a combattere insieme. I pastori sardi non   hanno chiesto al resto degli italiani – anche poveri e periferici – di unirsi a loro: non solo perché la loro  rivendicazione  era particolare e particolarista , ma anche (soprattutto) perché non si aspettano che, avessero fatto appello al resto del popolo, questo sarebbe sceso in piazza e li avrebbe capiti e sostenuti. Nessuna categoria di oppressi si aspetta di essere compresa e aiutata dall’altra?

Pongo la domanda. Perché finisce così: che la Procura da 145 mila all’anno incriminerà  per  odio razziale aggravato   i quattro gatti di Casa Pound o  di Forza Nuova già noti e stranoti alla Digos,  i giornalisti Rai da 90-240 mila faranno servizi sul razzismo nero pericolossimo,  il figlio di Tria  tornerà   con lo yacht degli amici  a “salvare”  i clandestini (che  hanno pagato il biglietto per essere “salvati”) e l’oligarchia li scaricherà  da qualche parte  tipo Torre  Maura, certo  non ai Parioli o a Capalbio.

L’articolo I RICCHI DI STATO SONO PER L’ACCOGLIENZA. Poi la scaricano a Torre Maura proviene da Blondet & Friends.