Egregio Ministro Poletti

fate bene ad umiliare costantemente noi insegnanti. Ce lo meritiamo. Negli ultimi decenni abbiamo accettato tutto supinamente: blocco salariale, classi pollaio, precarietà, aumento dell’orario di lavoro, edifici insicuri, finanziamento alle scuole private, cattedre spezzatino e concorsi truffa. Ed ora, sprezzanti ma con il sorriso sulle labbra, state realizzando la privatizzazione della scuola e la sua trasformazione in un’azienda senza che il corpo docente italiano dia un sussulto di vitalità.

Tra chi aspetta la pensione e chi pensa che un salario fisso anche se basso è meglio che niente, tra chi è stanco di lottare e chi si considera intellettuale, tra chi “tanto mio marito è un dirigente o libero professionista” e chi è solo e disperato, tra chi “o si blocca il paese per settimane o uno sciopero non serve a nulla” e chi ” ora servirebbe la rivoluzione”, gli insegnanti stanno assistendo inerti e rassegnati alla lenta morte della scuola pubblica, democratica e costituzionale.

Matteo Saudino estratto da http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=117672&typeb=0

Rieccoci

Professore, dalle sezioni si è passati ai circoli. Poi ai club, alle fabbriche. Ora il candidato governatore del centrosinistra, Michele Emiliano, ha lanciato le “sagre”. E’ questa la tendenza indicata dallo Spirito del Tempo?
«Il termine sagra è stato scelto perché nel buon italiano significa la “consacrazione del re”: è un auto-augurio che Emiliano si fa per ottenere una solenne incoronazione. Se poi è inteso nel senso di San Nicola e dei pellegrini, abbiamo trasformato la politica in una festa di paese».
In Italia c’erano altre liturgie di partito?
«Sia prima che durante e dopo il fascismo. In tutto il novecento c’è stato uno stile di utilizzo pubblico della parola, di strumenti di coesione collettiva, di acculturazione politica, dal comizio al lavoro porta a porta tipico di comunisti e parrocchie, fino alle conferenze al chiuso, il primo segno di allontanamento della politica dal popolo».
Per quale motivo?
«Non si riusciva a riempire una piazza e si andava in un piccolo teatro, per mostrare che c’era tanta gente, ma l’interesse calava. E’ fisiologico: nei paesi dove l’abitudine alla conversazione politica è inveterata, subentra una nausea, una seccaggine. Poi c’è il concorrente potentissimo: la tv con il talk show che, per quanto sia disgustoso, resta comodo. Si sta in casa e si sentono i propri eroi prediletti o quelli detestati. Mentre lo schermo emette suoni si insulta il parlante. Avviene in milioni di dimore private e sostituisce in pieno il dibattito pubblico vero».

Intervista a Luciano Canfora estratta da http://www.nuovatlantide.org/canfora-vi-spiego-la-campagna-di-emiliano-puglia/

Pece e piume


Si tratta di una stranissima consuetudine trasposta ovviamente dall’Europa, con le dovute modifiche. È un’usanza che viene dal mondo militare, anzi, dal codice d’onore militare, e non anglosassone, come si potrebbe credere, ma dal mondo latino, e in particolare francese. Me lo raccontò un amico che stava nella Legione straniera.
In breve, la storia è questa: nell’esercito napoleonico, ma forse anche prima e anche in altri eserciti, tra commilitoni vigeva un codice d’onore molto rigido. Quando qualcuno si comportava in maniera difforme da questo codice non scritto, con i suoi colleghi, non con i superiori, per vigliaccheria, o parlava alle spalle, o non manteneva la parola e cose di questo genere, gli altri soldati decidevano di punirlo umiliandolo. Ora, per i soldati francesi, non si sa perché, l’animale più offensivo è la gallina: così li facevano vestire da galline, salire su un terrazzo o su un tetto della caserma, e dovevano emettere il verso della gallina, urlando affinché tutti nella piazza d’armi lo potessero sentire. Un soldato gli gridava degli ordini o delle domande, e lui doveva rispondere col coccodé. A quanto pare, questa era una umiliazione terribile per un uomo. È chiaro che così si punivano colpe veniali, leggere, legate più ai comportamenti caratteriali singoli che vere e proprie infrazioni alla disciplina o alla legge.
Nel west, evidentemente, la cosa funzionò a livello allegorico: non disponendo di giacche piumate né di piume prese da elmi come nel caso dell’esercito napoleonico, si “vestiva” il malcapitato (che aveva commesso una cosa lieve, ripeto, non rubato un cavallo o ucciso qualcuno, per quello c’era l’impiccagione o la legge di Lynch) con piume di vera gallina, attaccandole con il solo collante con cui si aveva familiarità, la pece, che si usava nei cantieri, soprattutto ferroviari. E forse è legato anche a questo l’uso di portare alla berlina il malcapitato a cavallo di una traversina o di un binario, che aveva una duplice funzione: quella di far girare la sua vergogna per il paese, e quello di essere una metafora della terrazza della caserma.
Infine, un fumetto in cui compare spesso questa bizzarra usanza, è proprio Lucky Luke, il cui autore, guarda caso, è un belga.

Una modesta proposta

Purtroppo gli economisti hanno più di un difetto, sono prolissi e incomprensibili, peggio di un dottore della chiesa intento a dispute teologiche,  ma l’intento di fondo è semplice: fare gli interessi di chi li paga.

Noi qui, senza molto successo, abbiamo cercato di semplificare al massimo la questione sfrondandola da tecnicismi e digressioni e, visto che le elezioni greche stanno riportando i nodi al pettine (per nostra fortuna), trascriviamo anche oggi un paio di pillole in proposito.

DALLO SCHIAVISMO ALLA SCHIAVITU’ DEL DEBITO.
Si è costruita la logica dell’indebitamento come leva per impossessarsi delle risorse naturali di paesi che non potevano più essere sfruttati tramite strumenti quali il colonialismo, l’imperialismo e prima ancora lo schiavismo.
Questa spoliazione oggi assume la forma delle cosiddette privatizzazioni autorevolmente “suggerite” dai medesimi organismi finanziari che creano il debito come ricetta per la stabilizzazione finanziaria dei paesi “a rischio”, su tutto il pianeta.
Purtroppo questa verità non viene mai raccontata, perché i media di tutto il mondo (e principalmente quelli italiani) preferiscono raccontare in modo assolutamente acritico, la favola del debito, dei mercati finanziari, della inevitabilità dell’energia da fonti fossili della filiera lunga agroindustriale, degli OGM e del consumismo esasperato come misura della modernità e del benessere di un paese.
Questa ardita fabbricazione che non resisterebbe a nessun testo di logica e coerenza, è purtroppo diventata la base per la costruzione dell’Unione Monetaria Europea, e non è mai stata messa in discussione da nessun leader europeo né di destra né di sinistra.[…]

NON PER LA GRECIA MA PER L’EUROPA.
Varoufakis e Tsipras sono i primi a ribellarsi a questa logica finanziaria che nasconde una vera e propria dittatura dei mercati, e a mettere a al centro dell’azione comunitaria l’interesse del cittadino e dell’essere umano invece che il profitto della grande finanza mondiale.
Prima di Varoufakis non era mai stato dato di ascoltare un ministro delle finanze che pronuncia le parole “In Grecia siamo di fronte a una vera e propria catastrofe umanitaria.”
E la sua contestazione delle politiche di austerità imposte dalla troika è giustificata sulla base del fatto che esse sono sbagliate per l’Europa intera non solo per la Grecia.
Infatti, l’eccessiva enfasi sul taglio del debito ha prodotto maggior debito perchè ha generato un aumento più che proporzionale dei tassi di interesse in una spirale disastrosa in cui si contrae debito solo per pagare una parte degli interessi del debito pregresso, e quindi la massa di debito invece di diminuire aumenta. Al tempo stesso le sciagurate e fallimentari ricette della troika hanno prodotto effetti negativi sul piano macroeconomico: ossia la depressione causata dai tagli di bilancio ha provocato una diminuzione del PIL in misura più che proporzionale rispetto alla riduzione del debito, di fatto peggiorando il rapporto fra debito/deficit e PIL anziché migliorarlo.
Effetti negativi ma prevedibilissimi, e infatti tutti gli economisti non accecati dall’ultraliberismo di Chicago, li avevano ampiamente previsti.

estratto da http://www.libero-pensiero.net/la-favola-del-mugnaio-buono-e-del-banchiere-unidea-e-una-interpretazione-progressista-che-il-dr-angelo-consoli-ci-regala-insieme-ad-una-peculiare-proposta/

Costanzo Preve

“Il mantenimento illimitato di un antifascismo cerimoniale in assenza completa di fascismo è la peste ideologica peggiore del paesaggio culturale italiano, peggio del berlusconismo, eccetera. Mi rendo perfettamente conto di stare dicendo qualcosa di inaccettabile per l’italiano di sinistra medio, pio e politicamente corretto, ma in un caso di gravità come questo non sono possibili mezze misure: l’antifascismo in assenza completa, evidente e conclamata di fascismo è la peggiore peste ideologica dell’Italia di oggi. [ … ] L’antifascismo in assenza completa di fascismo è in realtà un meccanismo ideologico pestifero per impedire la valutazione dei fatti attuali. La costituzione italiana è stata distrutta per sempre nel 1999 con i bombardamenti sulla Jugoslavia, e da allora l’Italia è senza costituzione, e lo resterà finché i responsabili politici di allora non saranno condannati a morte per alto tradimento (parlo letteralmente pesando le parole), con eventuale benevola commutazione della condanna a morte a lavori forzati a vita. Eppure, questi crimini passano sotto silenzio, perché si continuano ad interpretare gli eventi di oggi in base ad una distinzione completamente finita nel 1945. [ … ] Inoltre, l’antifascismo in assenza completa di fascismo permette il “gioco dei faccioni”, per cui nella casella vuota chiamata “fascismo” è sempre possibile mettere figurine di fascisti sempre nuovi (Almirante, De Gasperi, Scelba, Fanfani, Craxi, le Brigate Rosse, Berlusconi, eccetera). Con l’arrivo dell’americanismo (gli USA, la potenza antifascista che ci ha liberati), della religione olocaustica (il fascismo antisemita e sterminista delle leggi razziali), ed infine la teologia dei diritti umani (e cioè Ahmadinejad fascista, Mugabe fascista, Milosevic fascista, eccetera) la continuazione dell’antifascismo in assenza completa di fascismo è destinata a fiorire gloriosamente”.

Costanzo Preve

estratto da: http://pauperclass.myblog.it/2015/03/07/antifascismo-il-controllo-euro-atlantico-della-piazza-eugenio-orso/

Su Costanzo Preve (recentemente scomparso):  http://www.lospiffero.com/cronache-marxiane/%09in-memoria-di-preve-13657.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Costanzo_Preve