C’era una volta la Siria

C’era una volta la Siria, paese che godeva di una relativa pace, di un relativo benessere, di una ragionevole convivenza tra le minoranze, della possibilità di mangiare, curarsi, muoversi, lavorare, studiare, viaggiare, pregare. Un paese senza debiti e senza emigrazione. Il tutto grazie anche a un uomo forte, Bashar al-Assad, che aveva imposto il pugno di ferro sull’islamismo radicale. Oggi la Siria è un paese distrutto e affamato, con 400.000 morti e milioni di sfollati.

In mezzo c’è stata la guerra dell’islamismo radicale contro l’ordine e contro il benessere. Nel remoto inizio ci furono manifestazioni per avere “più democrazia” (come se uno Stato a maggioranza islamica potesse davvero avere una democrazia). Ma la regìa occidentalista (quel mix dove USA, Francia e Gran Bretagna collaborano con paesi dittatoriali della Penisola Arabica) aveva già concepito l’apparizione dei “ribelli moderati” in armi, che cominciarono subito a uccidere e distruggere. Moderati a uso mediatico, islamisti radicali nella realtà.

In Siria gli stanchi sceneggiatori occidentalisti ci ripropongono le solite cose usate per la Libia: il dittatore contro il suo popolo, bombardamenti di ospedali, generici orrori attribuiti ad Assad. E quando la popolazione festeggia la liberazione di Aleppo da parte dell’esercito di Assad, ecco che non sanno più cosa dire e ci propinano la bambina senza famiglia che corre tra le macerie (hashtag #Save_Aleppo). Poco importa che l’immagine sia tratta da un video del 2014 di una cantante libanese. Arriva poi l’attacco “chimico” da 70 morti, ridicolo sia rispetto ai morti totali della guerra di Siria, sia rispetto alla realtà di un vero attacco chimico. Ma ovviamente la responsabilità di Assad è “certa” e Trump tira i missili. Solerte si accoda il nostro Alfano dicendo che la reazione è “proporzionata”: affermazione basata sul nulla, visto che anche Alfano dipende solo da informazioni digitali.

Avendo poi cessato l’uso della logica, per lui l’unica cosa certa è che “Assad se ne deve andare”. Perché mai? Forse la Siria creata da Assad era peggiore della Siria creata da questo orrendo conglomerato di occidentalismo e islamismo?

Nel 2011 un ministro libico commentava: «Una commissione ONU che fosse venuta a vedere cosa stava davvero accadendo il Libia vi sarebbe costata meno del lancio di un solo missile». Vale anche per la Siria.

Ma, perbacco, perché muoversi, studiare, indagare? E’ così comodo stare in poltrona, dipendere da “informazioni digitali”, e ripetere le cose che gli stanchi sceneggiatori hollywoodiani ci dicono di credere.

«La presidenza siriana sostiene che quanto fatto dall’America è un atto irresponsabile che riflette una cecità politica e militare frutto di una frenetica campagna di propaganda.» (Asma, moglie di Assad, cittadina britannica, su Instagram). «Se Asma continuerà a difendere le azioni del regime di Assad, il peso della responsabilità del governo britannico sarà quello di privarla della sua cittadinanza per garantire che le sue azioni non provochino gravi danni agli interessi del Regno Unito» (lettera di deputati britannici al Ministero dell’Interno).

Buffo vero? Una persona dice la verità, e i “democratici” britannici le vogliono togliere la cittadinanza.  Però almeno adesso sappiamo che il Regno Unito in Siria ha degli “interessi”. Quali saranno mai?  Credo che si possano sintetizzare così: «Un paese che non si indebita fa rabbia agli usurai». La finanza  internazionale vuole sempre degli “Stati mendicanti” che hanno bisogno dei loro soldi. Uno Stato che riesce a farcela da solo prima o poi finisce male. Non so se è una regola generale, di certo è accaduto in Libia e in Siria.

L’articolo è tratto dalla rubrica “Taglio Laser” che Giovanni Maria Lazzaretti tiene su “La Voce di Reggio”.

Fattoidi

È desolante il plauso corale che si è levato dall’Europa a sostegno dell’azione punitiva scatenata contro una nazione sovrana, la Siria,  da parte  di un’altra nazione, gli USA.

Sono ormai trent’anni che il vezzo americano dell’essere portatori di un “destino manifesto” giustifica politiche  che di fatto hanno pregiudicato il ruolo delle Organizzazioni internazionali e precluso la fruibilità del Diritto internazionale.

La discutibile base etica su cui sembra fondarsi l’appoggio occidentale all’ultima iniziativa USA sta nel ragionamento per cui se lo hanno fatto, vorrà dire che hanno le prove che a commettere i crimine è stato l’odiato Assad. Come se in passato non avessimo già avuto ampia esperienza di prove farlocche,  non frutto di errore nella ricerca della verità ma conseguenza della volontà di prevaricazione.

E comunque, anche ammettendone l’attendibilità, la vera domanda rimane: stabilire le responsabilità e quali e quante sanzioni comminare non dovrebbe spettare a un consesso internazionale (che so io, l’ONU?) piuttosto che alla superpotenza americana?

In Italia il governo, nelle parole del Primo ministro,  con supremo sprezzo del ridicolo prima ancora che del diritto, trasforma l’aggressione a uno stato sovrano in un atto di giustizia: “L’azione ordinata dal Presidente Trump questa notte è una risposta motivata da un crimine di guerra. Crimine di guerra di cui è responsabile Bashr al Assad.  Lo scialbo Gentiloni si adegua alla narrazione americana trascurando un particolare non insignificante: l’ondivago Potus non ha fornito uno straccio di prova a suffragio delle  accuse. Gentiloni certifica così – ce ne fosse stato ancora bisogno – il livello di qualità di un esecutivo che in altri tempi avremmo definito a vocazione balneare.

Un’occhiata ai fatti consiglierebbe maggiore cautela. Ma in epoca di post-verità (che poi altro non è che  la manipolazione cognitiva per la costruzione del consenso pubblico necessario all’esecuzione dei lavori sporchi della politica) ciò che prevale non sono i fatti ma i fattoidi.
I fatti, come qualcuno ha già osservato, possiedono una loro arcigna durezza; i fattoidi invece godono di proprietà più evasive, e in quanto tali sfuggono alla persistenza della memoria, che già di per sé è altamente selettiva.

La manipolazione cognitiva induce a indignazioni programmate: 100 vittime civili a Idlib, modalità Indignazione-On; 200 vittime civili a Mosul, modalità Indignazione-Off. Migliaia di bambini uccisi dai bombardamenti o a seguito dell’embargo, in Yemen: nessuna modalità in quanto non pervenuto.

Così oggi – come nel 2003 –  l’adesione unanime alle pretese buone ragioni umanitarie, sostenute da fantomatiche prove inconfutabili, è un meccanismo acquisito, un riflesso pavloviano che cinque lustri di guerre in Medio Oriente, con milioni di morti e milioni di sfollati, non sono serviti a superare.

Mauro Poggi

estratto da https://mauropoggi.wordpress.com/2017/04/08/assad-trump-e-gli-applausi-corali/

La sveglia

Ovviamente tutta l’operazione parte con l’obiettivo ufficiale di ” combattere l’ISIS”, con le forze militari sotto il controllo NATO senza alcuna autorizzazione dell’ONU nè tanto meno alcun permesso del governo siriano che ha ben chiaro quale sia la reale finalità dell’ISIS e chi lo ha creato e perché.
Una operazione analoga a quanto fatto in Libia con alcune varianti dovute alla coriacea resistenza siriana che dura da 4 anni e mezzo, grazie al suo esercito ed al sostegno dell’Iran all’alleato siriano e grazie alle forniture militari ed assistenza della Russia di Putin che, in ogni caso, “ha mangiato la foglia”, come si dice in gergo e non rimarrà passivamente ad assistere ad una demolizione controllata del suo alleato siriano dove, fra l’altro, esiste l’unica base navale russa nel Mediterraneo. Ci possiamo scommettere. – See more at: https://bondenocom.wordpress.com/2016/03/09/vista-la-fotografia/

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11 Responses to “La sveglia”

  1. A persone dotate di un po’ di testa l’azione dimostrativa russa che ha colpito postazioni dell’Isis com missili da crociera lanciati dalle navi sul Mar Caspio dovrebbe far pensare dieci volte a una partecipazione che in questo contesto ci pone di fatto in contrapposizione con la Russia, come dimostra la ridicola reazione della Nato per lo sconfinamento di qualche centinaio di metri di un jet russo nello spazio aereo turco ( vedi nota). E con la premessa che questa opposizione ha il suo fulcro logistico, comunicativo e organizzativo proprio sul nostro territorio (il MUOS di Sigonella n.d.r.). Ricordo solo di sfuggita ai delibatori del mito americano nelle sue più funeste manifestazioni, che gli Usa non hanno proprio nulla per fermare i nuovi cruise russi. Di fatto acconsentendo a queste sconcertanti avventure stiamo intraprendendo una strada che pone le premesse per farci diventare principale terreno di scontro.
    https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/10/08/partiam-partiam-le-bombe-del-bomba/

    #1364
    • Personalmente ritengo che solo l’avanzare della nostra stupidità potrà arrestare (almeno per un po’) il degrado. Guerra, sola igiene del mondo?

      #1365
  2. In Medio Oriente si gioca ormai a carte sco­perte e la Rus­sia pare avere in mano l’asso piglia­tutto. Non solo in Siria: dopo l’apertura di un cen­tro dire­zio­nale con­giunto con ira­cheni, ira­niani e siriani a Bagh­dad, ieri l’Iraq ha aperto all’intervento di Mosca. «Potremmo essere spinti a chie­dere alla Rus­sia di lan­ciare raid aerei in Iraq pre­sto – ha detto ieri il pre­si­dente del comi­tato alla Difesa del par­la­mento ira­cheno, Hakim al-Zamili – Nei pros­simi giorni o set­ti­mane deci­de­remo, in base al loro suc­cesso in Siria. Pen­siamo che la Rus­sia potrà avere un mag­giore ruolo in Iraq. Sì, defi­ni­ti­va­mente mag­giore degli americani».
    Chiara Cruciati in
    http://ilmanifesto.info/baghdad-chiama-mosca-usa-sempre-piu-isolati/

    #1366
  3. Ho notato che finora nessuno ha messo in relazione le colpe della Germania con lo “scandalo” Volkswagen che è stata chiaramente una misura punitiva per gli “allargamenti” tedeschi in geopolitica.
    https://terzapaginainfo.wordpress.com/2015/10/04/le-colpe-della-germania/

    #1369
  4. Oggi il neocapitalismo imperante ci mostra soltanto lo scontro – commerciale, armato, propagandistico – fra una spietata élite finanziaria, che accentra il potere a livello globale e rastrella tutte le risorse del pianeta, e gruppi dominanti “dissidenti” o addirittura ribelli, come quello della Russia di Putin.

    Assistiamo impotenti al conflitto orizzontale fra una sorta di imperialismo finanziario privato, nato in occidente e alimentato dalla globalizzazione neoliberista, e modelli politico-economici “patriottici” in cui la potenza e la sovranità dello stato, nazionale o federale che sia, giocano ancora un ruolo determinante.
    http://pauperclass.myblog.it/2015/10/15/il-risiko-mondiale-la-lotta-classe-eugenio-orso/

    #1370
  5. Volete cambiare auto? Arruolatevi!
    Il mistero di come centinaia di nuovissimi autocarri Toyota, tutti uguali, siano finiti in Siria e siano nelle mani dell’ISIS è risolto. Non solo i governi USA e britannico hanno ammesso in passato di averli forniti, ma le loro forze militari e le loro agenzie di intelligence hanno solcato i confini di Turchia, Giordania, e perfino Iraq, da cui queste colonne di autocarri devono essere necessariamente passate per finire in Siria – anche se sono stati altri agenti regionali a fornirli. Se le precedenti ammissioni di aver fornito i veicoli coinvolgono l’Occidente direttamente, il fatto che nulla sembra aver impedito le operazioni di consegna lungo i confini implica che l’Occidente è complice con altri paesi nell’aver fornito di veicoli i terroristi siriani.
    http://vocidallestero.it/2015/10/15/global-research-risolto-il-mistero-degli-automezzi-toyota-in-mano-allisis-li-hanno-forniti-gli-usa/

    #1371
  6. Stanno per arrivare in Italia le nuove bombe nucleari statunitensi B61-12, che sostituiscono le precedenti B61. Lo conferma da Washington, con prove documentate, la Federazione degli scienziati americani (Fas). Lo scienziato nucleare Hans Kristensen, direttore del Nuclear Information Project alla Fas, scrive che è in corso a tale scopo l’upgrade della base della U.S. Air Force ad Aviano (Pordenone) e di quella di Ghedi Torre (Brescia). Lo prova una foto satellitare, che mostra la costruzione ad Aviano di una doppia barriera attorno a 12 bunker con copertura a volta, dove gli F-16C/Ds della 31st Fighter Wing Usa sono pronti al decollo con le bombe nucleari.
    http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=52123

    #1373
  7. La Russia ha un certo monopolio sulle forniture di gas necessarie per l’economia europea. Questo dà la Russia una base economica semi-permanente per finanziare il suo programma di politica estera e mantenere la propria strategia geopolitica. Gli Stati Uniti ei loro alleati della NATO vogliono metter fine a quel monopolio, ma per realizzare questo, deve essere costruita una condotta dagli stati del Golfo sunnita, a partire dal Qatar, che passi per la Giordania e la Siria, e prosegua in Turchia. Dalla Turchia, le forniture di gas saranno distribuite in Europa, minacciando in modo efficace l’ attuale assetto della Russia con l’Unione Europea e mettendo la sua economia in uno stato di incertezza. Questo alla fine porterebbe a una fuga di investimenti dalla Russia producendo quindi un danno permanentemente a ciò che resta dell’economia della Russia dipendente dalle risorse.
    http://vocidallestero.it/2015/10/21/zero-hedge-i-media-americani-mainstream-infine-lo-ammettono-il-conflitto-siriano-e-una-guerra-per-procura-tra-usa-e-russia/

    #1374
  8. https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/10/22/la-siria-e-una-severa-maestra-e-getta-in-angoscia-la-nato/
    La Siria non è che una conferma in grande stile: la Russia è in grado di bloccare tutte le comunicazioni Nato, comprese quelle satellitari, in un raggio di 600 km ( vedi qui ) cosa ammessa tra i denti anche dal comandante in capo della Nato Breedlove. In una parola la Russia è avanti nella guerra elettronica.
    (E forse la risposta Nato sta nel MUOS)

    #1375
  9. tutto il senso di queste grandi manovre non riguarda affatto le strategie difensive, ma quelle di attacco: il clou delle esercitazioni sono infatti le prove di sbarco con appoggio aereo navale o quelle di assalto preparate nei cinque Paesi dell’est non ancora membri della Nato, ma dentro il sistema militare americano in funzione anti russa. Insomma la trident juncture è una preparazione all’attacco rapido sia per mare che per terra, destinata appunto ad oliare le capacità di intervento della Nato Response Force e istituendo un gruppo ristretto di 5000 uomini praticamente sempre pronti
    https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/10/25/protesta-contro-il-regime-nato-che-arruola-anche-le-ong/