Prepararsi alla morte

Secondo Eurostat, nel 2015 il numero dei morti  ha superato quello dei nati: 5,2 milioni contro 5,1 nati. E se la popolazione è aumentata (di poco: da  508,3 a 510,1 milioni) è esclusivamente dovuto all’immigrazione. Il tasso di fecondità in Europa è 1,6 (quello che occorre per l rinnovo generazionale è 2,1) contro il 4,7  (figli per donna)  in  Africa.L’idea di essere presso a morire “abita,  in modo diffuso ma insistente,  i cristiani bianchi dell’Europa Occidentale, il cui effimero dominio non è che un ricordo”, ha scritto Roger-Pol Droit, filosofo e sociologo, in un’inchiesta su “come muoiono le civiltà” su Le Point. Che importa, nel nuovo Umanesimo? Ci sostituiranno negri e arabi.  Intanto,  negli europei cala il livello d’intelligenza in modo rapidissimo (QI):  quello medio dei francesi è calato  collettivamente di 3,8 punti fra il 1999 e il 2009, oggi è a 97,3, perdendo la media 100.  Ma la stessa tendenza si nota nei paesi nordici, in Olanda  e in Gran Bretagna: scadimento dell’istruzione, perdita di interesse per la lettura e la cultura in generale (corollario della perdita di identità), disagio sociale.  Gli immigrati del  Nordafrica non saranno di grande aiuto: il  loro QI medio è   fra 85 e 90.

Invecchiamento  irreversibile, infertilità, estinzione  della civiltà   che è stata per eccellenza dell’ “intelligenza”, del pensiero e della scienza; aumento allarmante  di obesità e anoressia; precarietà e frammentazione del lavoro e della vita,  che tocca nei paesi ‘sviluppati’ il 40% dei giovani. E non basta: “La pornografia distrugge i nostri bambini e adolescenti”, ha lanciato  il ginecologo Israel  Nisand, accusando una “industria” di così grandi dimensioni, che “nessun responsabile politico  ha il  coraggio di affrontare”.

Se questo è il Nuovo Umanesimo globale, il bilancio umano è agghiacciante. C’era una volta una sinistra che urlava: “Il sistema si abbatte e non si cambia”. Dove sarà finita. Non c’è nulla da  riformare e da sanare, Renzi & Co.

Maurizio Blondet

5 pensieri su “Prepararsi alla morte

  1. Forse i più avvertiti fra noi (che sono pochi) proveranno davvero lo scoramento degli indigeni americani che, di fronte alla distruzione del loro popolo, si ritirarono a morire lontani, in comunità sempre più piccole e deboli.
    La maggioranza vivrà nell’inconsapevolezza. I più avvertiranno oscuramente, giorno dopo giorno, una mancanza, un vuoto; una frattura nel proprio cuore. Non riusciranno a comprenderne la portata e le ragioni; ignorando cause e andranno alla deriva, inconsciamente, si scanneranno tra di loro e probabilmente impazziranno, di quella pazzia continua e a bassa tensione di cui sarà preda l’uomo del futuro, l’androgino senza passato.
    http://pauperclass.myblog.it/2016/08/31/prepararsi-alla-morte-alceste/

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  2. Con qualche orrore si scopre che il governo più influente d’Europa si prepara alla guerra o ritiene che sia il caso di “prepararsi al peggio” ossia a un inequivocabile conflitto con la Russia. Il piano del ministro è sintetizzato nelle domande poste in testa al documento: “Come proteggersi dagli attacchi con armi biologiche o chimiche? Cosa dovrà fare la popolazione in caso di nube radioattiva? Dove troverà rifugio il governo federale in caso di attacco? Dove saranno custoditi i tesori culturali? Come potranno continuare a lavorare le persone che operano in settori vitali per la vita e la difesa?”.
    https://ilsimplicissimus2.com/2016/09/04/germania-anno-zero-schiavismo-e-guerra/

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  3. Ancora Blondet, ma è l’unico che non legge solo la stampa mainstream:
    Il Lancet, una delle più stimate riviste mediche, “Giorni fa ha pubblicato un lavoro firmato dal Public Health England e Cancer Research Uk, condotto su 23,000 donne con cancro al seno e circa 10.000 uomini con carcinoma polmonare non a piccole cellule: 9.634 sono stati sottoposti a chemioterapia nel 2014 e 1.383 sono morti entro 30 giorni.

    «L’indagine ha rilevato che in Inghilterra circa l’8,4% dei pazienti con cancro del polmone e il 2,4% di quelli affetti da tumore del seno sono deceduti entro un mese dall’avvio del trattamento. Ma in alcuni ospedali la percentuale è di molto superiore alla media riscontrata. «Ad esempio, in quello di Milton Keynes il tasso di mortalità per chemioterapia contro il carcinoma polmonare è risultata addirittura del 50,9%. …. Al Lancashire Teaching Hospitals il tasso di mortalità a 30 giorni è risultato del 28%» *

    «Per la prima volta i ricercatori hanno esaminato il numero di malati deceduti entro 30 giorni dall’inizio della chemioterapia, cosa che indica che i medicinali hanno provocato la loro morte, piuttosto che il cancro».
    http://www.maurizioblondet.it/quanti-stecchiti-dalla-chemio-dai-giornalisti-ignoranti/

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  4. Cosa accadrà a tale generazione quando il grasso da tagliare sarà esaurito e ognuno, da solo, spietatamente solo, dovrà affrontare una società disastrata, in cui il vecchio ordine, tanto deriso, è stato sostituito dall’individualismo più feroce, dal darwinismo sociale, dal feudalismo plutocratico? In cui dovrà rappattumare la propria vita fra supermercati da quattro soldi, legami affettivi insidiati dall’edonismo straccione, perso senza nessun riferimento politico, religioso e culturale?
    Chissà se fra dieci o vent’anni l’ex giovane, con l’alito fetente per le carie che nessuno gli curerà più, ciarlerà di diritti civili, matrimoni gay, libertà un tanto al chilo.
    http://pauperclass.myblog.it/2016/10/14/il-respiro-dei-nostri-padri-alceste/

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